Sono nato nei Balcani, in un contesto dove la guerra, le tensioni etniche e l’instabilità non sono un capitolo di storia, ma qualcosa che ti entra in casa. Da lì parte il mio rapporto con le parole sicurezza, Stato, giustizia.
La migrazione verso l’Italia non è stata una scelta romantica ma una necessità. Ho lavorato dove capitava, spesso con mansioni umili e senza tutele, imparando sul campo cosa significa ricominciare da zero in un altro Paese, con un’altra lingua e regole che devi decifrare da solo.
Da quelle esperienze ho costruito, pezzo dopo pezzo, aziende nel settore dei servizi e delle pulizie, imparando a leggere i numeri, a gestire persone, a tenere insieme qualità, margini e responsabilità verso chi lavora con me.
In parallelo ho iniziato a scrivere e a impegnarmi in progetti sociali e culturali: libri autobiografici e di orientamento, attività con associazioni locali, comunità religiose e realtà umanitarie, con un filo conduttore chiaro: mettere a disposizione degli altri ciò che ho imparato a caro prezzo.
Oggi questo percorso sfocia anche in politica, con la nascita del Macedonian Diaspora Party: un progetto che nasce dalla diaspora per ricostruire lo Stato su basi di merito, trasparenza e responsabilità diretta di chi governa.